giovedì 10 dicembre 2020

Il pluralismo

Il pluralismo
Il pluralismo nella filosofia antica è inteso, nella sua contrapposizione al monismo, come concezione filosofica concernente esclusivamente l'onologia,in base alla quale l’Essere è costituito da una pluralità di elementi che lo fondano in quanto sostanze di esso, e non da un elemento unico. La caratteristica dei filosofi pluralisti(Empedocle, Anassagora, Democrito) consistette nell'ammettere una molteplicità di elementi all'interno dello stesso archè: il principio primo in un certo senso era come se si scomponesse e si moltiplicasse in una pluralità di elementi primitivi ed originari.

Empedocle, Anassagora e Democrito
I filosofi che la tradizione definisce pluralisti, e cioè Empedocle, Anassagora e Democrito, tentano di conciliare le posizioni contrapposte sostenute da Eraclito e da Parmenide, ovvero il divenire da una parte, e l'essere immutabile dall'altro. Essi cercarono di spiegare come la verità del mutamento indiscutibile delle cose sensibili (e quindi l'affermazione del molteplice) può comunque sempre esprimersi a partire da una originaria unità. Empedocle nacque ad Agrigento. La sua vita è leggendaria: si dice sia morto cadendo nell'Etna mentre vi si recava per certi suoi studi e che fosse in grado di resuscitare i morti. Di certo è che era il figlio di Metone, un aristocratico a capo del partito democratico, al quale anch'egli aderì nel corso la sua vita.Per Empedocle, l'uomo è limitato nella sua conoscenza, si accorge solo di ciò che può percepire con i sensi. Per capire di più, oltre ai sensi, dovrà usare l'intelletto. Emedocle filosofo di Agrigento 
nasce tra il 484 e il 481 a.C e muore all’età di sessant’anni all’incirca. 
Svolge un ruolo di rilievo nel governo democratico della città ed è allo stesso tempo medico, taumaturgo e scienziato. Molti sono i frammenti appartenenti a due poemi giunti fino a noi: “Sulla natura” e “Purificazioni”. Il primo è di carattere cosmologico; il secondo di carattere teologico e si ispira all’orfismo e al pitagorismo. Empedocle afferma che i poteri conoscitivi dell’uomo sono limitati, perché l’uomo vede solo una piccola parte di una vita che non è vita – perché subito sfugge – e conosce solo ciò in cui si imbatte per caso. Motivo per cui deve servirsi tanto dei sensi quanto dell’intelletto per vedere ogni cosa nella sua chiarezza.
 

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